Il Raspberry Pi ormai a distanza di 2 anni, si è chiaramente affermato come soluzione low-cost per realizzare progetti di tutti i tipi, tallonando la celebre board Arduino, ha creato una vera e propria rivoluzione, anche se talvolta non compresa da chi pensava di avere un computer a basso costo. Infatti non mi stancherò mai di ribadire che il Raspberry Pi è nata come board didattica. per fornire un ambiente di progettazione e sviluppo, specialmente per gli ambienti universitari, scolastici e per gli hobbisti in vista di una progettazione più approfondita.
Ad ogni modo, questa board sa dare le sue soddisfazioni, come dimostrano i progetti che giornalmente vengono condivisi, e in più anche dall’utilizzo in campo scolastico, come in UK in cui sia nelle scuole private che in quelle pubbliche c’è stato un forte aumento di utilizzo e a cui la Raspberry Pi Foundation segue attentamente, con anche l’ultimo restiling del sito dedicato e con l’impegno a devolvere i proventi ottenuti proprio verso il settore scolastico.
Oggi nel 2014, sono state rilasciate due nuove versioni del Raspberry Pi:
Partiamo da quella più diffusa, ossia il Raspberry Pi B+, una versione leggermente modificata che vede un nuovo design delle componenti presenti con alcune modifiche sulle interfacce di I/O e alcune ottimizzazioni hardware; come dicono anche gli sviluppatori non si può considerare un vero e proprio upgrade ma una risposta alla community sulla base dei molti progetti resi possibili.
Sia il processore che la RAM rimangono invariate, vengono invece raddoppiate le porte USB 2.0 che passano da 2 a 4; viene rimossa l’interfaccia S-Video (di cui abbiamo sperimentato la difficoltà ad essere usata causa la bassa frequenza) mentre l’uscita audio jack è stata rivista aumentandone la qualità. Il connettore GPIO viene portato da 26 a 40 pin e la memoria del sistema in precedenza su SD Card ora è rimpiazzata da un microSD Card. Come dall’immagine si può notare che la disposizione è in parte variata e sono stai previsti i punti di fissaggio della scheda.
Sull’alimentazione rimane invariata la possibilità di utilizzare la porta mcroUSB oppure lo slot GPIO, anche se dal punto di vista energetico c’è una miglioria con consumi inferiori da 700 mA a 600 mA (3W).
Lo sforzo come detto in precedenza detto è volto agli sviluppatori che hanno finora realizzato dei progetti col Raspberry Pi, nonostante una certa parte avrebbe forse preferito un upgrade più sostanziale per quanto riguarda CPU e RAM, avremmo dovuto però fare i conti con anche un aumento di costi, cosa che anche in questa versione rimane invariata, ossia 25 €.
La seconda novità riguarda invece l’annuncio di aprile e la successiva diffusione a giugno del Raspberry Pi Compute Module. Questo modulo `e una versione rivisitata pensata per chi vuole costruirsi la sua propria PCB (circuito stampato) che prevede la sola presenza del SoC, 512 MB di RAM e 4 GB eMMC Flash (la dimensione delle SD Card presenti di default sul Raspberry Pi).
Questo modulo della dimensione e dagli attacchi uguali ad una memoria SODIMM DDR2 a 200-pin (memoria da portatile) verrà venduto inizialmente insieme alla Compute Module I/O Board, una scheda di sviluppo pensata per alloggiare il Compute Module e provvista delle interfacce per alimentare e avviare il sistema, nonché poter sperimentare prima di realizzare il proprio circuito elettronico.
Attualmente viene venduta la soluzione solo come Kit di sviluppo che prevede sia il Compute Module che la I/O Board per circa 160€, successivamente sarà possibile acquistare solamente il Compute Module a partire da quest’autunno.
Questa soluzione è rivolta anche a quegli utenti business o sviluppatori che intendono trarre un profitto, fornendo soluzioni embedded; tra uno degli obiettivi su cui si è focalizzata la Raspberry Pi Foundation c’è la generazione delle startup che su kickstarter muovono i primi passi con produzione relativamente bassa di articoli.
Il Raspberry Pi Compute Module Development Kit sarà distribuito tramite RS ed Elements14.
Uno dei progetti realizzati da poco ma che ha riscosso subito un buon successo è slice, un media player basato sul Compute Module, installata in una scheda customizzata che incorporta XBMC offerto a circa 160 £.
In conclusione queste due novità rendono ancora pù interessante l’utilizzo di Raspberry Pi per usi mirati o embedded, rispettando questa board per quello per cui è stata realizzata i risultati ottenibili sono fantastici!
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